In questa cittadina da oltre un secolo la magia del Natale si ripropone due volte l’anno. Non solo il 25 dicembre, ma anche il 30 novembre giorno in cui si celebra Sant’Andrea Apostolo, Patrono della cittadina. La storia di questo doppio festeggiamento è da rintracciare in un inaspettato dono che un prete, Francesco Fiordelisi, organizzando la festa del patrono, fece ai suoi compaesani più poveri. Infatti Fiordelisi decise di acquistare e di fare dono alle famiglie bisognose della cittadina di alcuni pacchetti contenenti alici fresche, così da permettere loro di celebrare degnamente la festa. Un gesto che commosse la popolazione, che lo considerò un dono di Natale arrivato in anticipo – come scrive Stella Colucci in un articolo pubblicato sulla pagina Facebook della Pro Loco Sant’Andrea di Sirignano – e pare che proprio da questo momento nelle case sirignanesi il 29 e 30 novembre si festeggi il Piccolo Natale, con tanto di cenone della vigilia, come del resto avviene il 24 dicembre. E’ da questo momento che per i cittadini di Sirignano il Natale, in formato small o piccirillo, si celebra due volte l’anno. Tanto che la stessa Pro Loco proprio a ridosso delle celebrazioni per Sant’Andrea organizza la manifestazione “Natale Piccirill”, mentre nelle case sirignanesi la sera del 29 novembre va in scena un anticipo di vigilia con tanto di menù da rispettare.
La pietanza principale richiama da una parte quel dono inaspettato (le alici) dall’altra attinge dal territorio (le noci) ingredienti fondamentali degli spaghetti noci e alici, pietanza che si inserisce in quel menù a base di pesce e verdure, simile a quello che sarà riproposto un mese più tardi e la cui ricetta originale può essere rintracciata sul sito della Pro Loco.
http://www.prolocosantandrea.com/index.php?option=com_content&view=article&id=3&Itemid=5.La sera del 29 novembre – si legge sul sito internet del Comune di Sirignano – in piazza Principessa Rosa (antistante alla chiesa parrocchiale), viene acceso un grande falò in onore del patrono, utilizzando fascine offerte dalla popolazione, mentre nella mattinata del 30, vengono trasportati, o trascinati, per le principali vie del paese, fino alla chiesa parrocchiale, alcuni grossi tronchi d’albero, detti “mai”, tagliati la domenica precedente nei boschi circostanti. La tradizione del “majo” è tipica dei comuni del baianese e richiama l’albero di maggio che le civiltà del nord Europa mettevano al centro del villaggio il primo giorno di maggio come un gesto augurale e propiziatorio.