Una tradizione tipica dell’Alta Irpina è la “’nferta”. Questo nome deriva dal verbo latino in-fero che significa porto dentro, porto verso. Questo termine vuol dire offerta e nella lingua napoletana indica l’elemosina effettuata nelle strade della città.
Successivamente il termine ha cominciato a indicare una poesia cantata dai giullari, cantastorie e musicanti. Questi indossavano costumi d’epoca. Si esibivano per le strade e nelle case davanti a un pubblico portando auguri e allegria in cambio di offerte.
Con il tempo la “’nferta” si è evoluta, in quanto questo termine si è associato ai bambini che nei giorni di festa, Natale o Capodanno, andava a far visita ai parenti, soprattutto i nonni, e quando aprivano la porta gridavano “’nferta”, come augurio per le festività e i parenti dovevano dargli un regalo. Questa è una tradizione che non è più vissuta come un tempo ma che ancora viene praticata.
All’inizio i bambini regalavano anche ramoscelli di ulivo e di alloro, in segno di pace, prosperità, abbondanza, raccolta di buoni frutti, ma anche sapienza e buona vita. Con il tempo i piccoli hanno iniziato a regalare frutta come datteri e fichi, qualche volta dolcetti, sempre in cambio di un regalo in denaro, come citato nel sito fremondoweb.