A Sirignano, in Irpinia, il 25 e il 26 novembre è anche detto il “Natale piccirillo”. Il giorno dedicato al patrono Sant’Andrea Apostolo si festeggia come una sorta di Natale in miniatura. Ci sono gli stessi riti celebrati con minore solennità. Questi si traducono a tavola in una cena più leggera rispetto a quella della vigilia che prevede un pranzo abbondante nel giorno di festa. È tradizione durante la cena di “Natale piccirillo” mangiare gli spaghetti con le alici e le noci.
La Tradizione prende origine all’inizio del secolo scorso, quando un sacerdote, Francesco Fiordellisi, di origini sirignanesi, aiutava l’allora parroco don Liberato Galluccio a preparare la festa del patrono Sant’Andrea. Questo donò dei pacchetti di alici fresche alle famiglie più bisognose del paese per permettergli di festeggiare la ricorrenza. Il gesto apparve come un dono di Natale arrivato in anticipo. Da allora si festeggia in quel giorno “Natale piccirillo”. Per i sirignanesi è come se fosse proprio il Natale del 25 dicembre e, come tradizione vuole, viene preceduta dalla vigilia, trascorsa allo stesso modo di quella del 24 dicembre. Anticamente i contadini tornati dai campi preparavano la cena fatta di prodotti poveri dell’orto, ma arricchita dalle alici e consumati con l’entusiasmo del Natale.